Una storia di Natale per chi odia il Natale


UNA STORIA DI NATALE PER CHI ODIA IL NATALE

È sempre più diffuso e conosciuto il fenomeno che gli psicologi americani chiamano "Christmas Blues", o depressione natalizia. Da sempre, per l’atmosfera che lo caratterizza, il Natale è considerato il momento più magico dell’anno: allegria, serenità, voglia di essere più altruisti. Tutta questa magia genera nella maggior parte delle persone sensazioni di gioia e di allegria: purtroppo, però, non tutti vivono il Natale così. Sentendosi obbligati a essere allegri, alcuni entrano in stati di ansia o depressione legati al sentirsi inadeguati o diversi dalla gente comune. Gli psicologi suggeriscono come strategia quella di eliminare le aspettative eccessive, accettando così di vivere il Natale come si può e non come si deve.

Credo che a tutti, prima o poi, sia capitato di conoscere qualcuno che dice di odiare il Natale. Talvolta è solo una posa per darsi delle arie, ma spesso sono persone che non fanno e non vogliono ricevere regali, che odiano le canzoncine del periodo (non importa se di Bing Crosby o Mariah Carey), che sono infastiditi da tacchini ripieni, alberi illuminati, focolari accesi, cori di bambini, campane a festa nonché dalla ipocrita ostentazione di buoni sentimenti, riservati solo a quel breve periodo. Qualche ragione queste persone ce l’hanno: il Natale è un periodo di grande consumismo, nel quale è obbligatorio sentirsi felici, ed è un fenomeno commerciale mondiale, che ha ormai poco a che vedere con la religione e i miracoli del cuore. Però non è il caso di esagerare: non c’è nulla di male nel sentirsi migliori, più buoni e più felici. Almeno un po’. Quelli che ostentano questo atteggiamento negativo sono spesso definiti “Grinch”.

Tutto ha origine da un libro per bambini: “Il Grinch” del Dr. Seuss. È questo pseudonimo di Theodor Seuss Geisel, scrittore e fumettista statunitense di origini tedesche (Springfield 2 marzo 1904 – La Jolla, 24 settembre 1991). Non era veramente medico, ma amava molto occuparsi, attraverso i suoi libri, della psicologia e dell’educazione nell’età infantile. In effetti ha ricevuto per la sua carriera un premio Pulitzer nel 1984 “per il suo contributo di quasi mezzo secolo all’educazione e al divertimento dei bambini americani e dei loro genitori”. Ha pubblicato oltre 60 libri per bambini caratterizzati da una straordinaria fantasia di personaggi, che disegnava lui stesso, accompagnandoli con brevi composizioni tipo limerick oppure con versi trisillabici (un po’ come accadeva nel nostro “Corriere dei Piccoli” degli stessi anni). La sua opera più famosa è appunto “Il Grinch” (How the Grinch Stole Christmas!) pubblicato come libro dalla Random House nel 1957. Racconta la storia di un essere maligno, che cerca di togliere il Natale agli abitanti di Chissachi, la città posta sotto il suo rifugio di montagna. Il Grinch è una creatura verde, simile a un troll, scontrosa e asociale perché ha un cuore “di due taglie troppo piccolo”. È sempre stato infastidito dalle celebrazioni natalizie della città e dopo 53 anni, non potendone più, decide di impedire al giorno di Natale di manifestarsi. Si traveste da Babbo Natale, costume rosso e barba finta come da tradizione, poi trucca il suo cane Max da renna con due corna posticce e parte con una slitta. La sua intenzione, al contrario della tradizionale visita di Santa Claus,è di rubare tutti i regali alla gente, comprese le decorazioni e i simboli del Natale. Nella prima casa viene quasi scoperto da Cindy Lou, una piccola e dolce bimba che si sveglia e lo vede rubare l'albero decorato. Fingendo di essere Babbo Natale, il Grinch dice a Cindy Lou che sta solo portando l'albero nella sua officina per ripararlo. Poi va a svuotare tutte le case di cibo, regali, alberi, vischio, luci colorate eccetera. Si porta via anche tutte le decorazioni del villaggio (e qui gli odiatori seriali del Natale hanno di che godere…) Ma poi, dalla vetta del monte, il Grinch scopre che i cittadini di Chissachi, nonostante non abbiano regali o decorazioni, si sono radunati all'alba nel centro della città per cantare carole di Natale. Quando si rende conto che il Natale è fatto di sentimenti e non significa solo beni materiali, il suo cuore di colpo cresce di tre dimensioni. Restituisce così i regali e le decorazioni ai Chi e si unisce alla festa della città, tagliando il tacchino arrosto e dando al fedele Max la prima fetta.

Il successo del libro è stato immediato e dura tuttora. Inoltre piace anche agli adulti e non solo ai loro figli. È fondamentalmente per questo che ne parliamo qui. D’altra parte, qualcuno pensa ancora che i significati più profondi di storie come La piccola fiammiferaia di Andersen, Un canto di Natale di Dickens o Il principe e il povero di Mark Twain siano destinati solo a un pubblico infantile?

Dopo qualche anno, la Warner Bros ha deciso di produrre uno special televisivo a cartoni animati, che è stato originariamente trasmesso sulla tv il 18 dicembre 1966 e da allora replicato ogni anno da CBS durante il periodo natalizio, fino al 1987. Il film “Come il Grinch rubò il Natale” è stato affidato a Chuck Jones, uno dei grandi maestri americani dell’animazione (per capirci, è stato l’ideatore di personaggi come Wile E. Coyote e Beep Beep). Jones ha rispettato pienamente lo stile grafico di Seuss, ma ha anche sfruttato la sua musa preferita, la forza di gravità, che congiura malignamente contro il Grinch così come contro il coyote. Nell’edizione originale, a prestare la voce del narratore e del Grinch venne chiamato Boris Karloff. Proprio lui, l’interprete della Mummia e della creatura di Frankenstein. Secondo il Chicago Reader, il ringhioso e malevolo Grinch è stato l'ultimo grande ruolo di Karloff. Nel 1968 il cartoon vinse anche un Grammy Award.

Una storia di tale successo non poteva non suggerire all’industria cinematografica americana di farne un remake e, in effetti, oggi i remake sono addirittura due. C’è un recente film con animazioni al computer, secondo i nuovi canoni dell’animazione di Hollywood, ma c’è anche un film del 2000 con attori veri, diretto da Ron Howard e recitato da Jim Carrey, magistralmente truccato da Grinch. Devo però confessare che il vecchio cartoon rimane il mio preferito.

Se, dopo aver letto questa storia, i seguaci del Grinch di vostra conoscenza continuano ad essere insensibili allo spirito natalizio, forse li si può ammansire con altri tipi di spiriti. Esiste infatti un vero e proprio cocktail chiamato The Grinch. E’ il cocktail anti-natalizio per eccellenza, adatto per i più trasgressivi e poco amanti alle tradizioni. È piuttosto forte, quindi attenzione a non esagerare. Ecco gli ingredienti:

  • 2 cl di Midori®, liquore verde al melone

  • 1 cl di rum chiaro

  • 7 cl di Sprite o 7UP®

  • una ciliegina rossa per decorare

Riempite un bicchiere old fashioned di ghiaccio, versatevi sopra il liquore al melone, il rum, quindi completate con Sprite o 7UP. Se vi sentite in vena di eleganza guarnite l’orlo del bicchiere con granelli di zucchero e aggiungete una ciliegina: avrete così il verde, rosso e bianco del costume del Grinch. Tra le possibili varianti, qualche barman propone una alternativa, se non doveste trovare il liquore al melone: potete usare del Blu Curacao e del Crodino® Biondo al posto del 7 Up. L’azzurro e il giallo mescolati dovrebbero dare la giusta tonalità verde - grinch.

Prosit!


Franco Piccinini (Asti, 1954), si è laureato a Pavia e fino a poco tempo fa ha esercitato la professione di medico. Grande esperto e cultore di fantascienza, ha pubblicato i romanzi "Ritorno a Liberia" (tratto dal suo primo racconto), "Il tempo è come un fiume", il saggio "Scienza medica e fantasie scientifiche" (finalista al Premio Italia 2012 e vincitore del Premio Vegetti 2018), oltre a vari articoli su Nova SF* e racconti su Futuro Europa. Di recente ha pubblicato il saggio "Mondi Sotterranei" per i 700 anni di Dante. Nel 2011 ha iniziato a collaborare con l'editore Solfanelli e con Delos Digital. E' un grande amico della Biblioteca Bonetta e ha precedentemente scritto per il nostro sito anche i seguenti contributi:

 

Vuoi ricevere la nostra Newsletter?