Franco Piccinini, I gialli storici di Bruno Vitiello


 

Si sa, tradizionalmente l’estate è tempo di gialli. Sia al cinema che nella carta stampata.

Oggi non è più così, ma un tempo al cinema si proiettavano i film polizieschi, thriller o dell’orrore in piena estate, quando le sale si svuotavano, perché i produttori e distributori erano convinti che il “brivido” trasmesso da questi film avesse un effetto di richiamo, se non proprio un’azione “rinfrescante”.

Non è dunque per caso che il Mystfest, festival della letteratura gialla, si tiene a Cattolica nel periodo tra la fine di giugno e i primi di luglio. Sembra che la prima idea del festival sia venuta a Enzo Tortora, il quale aveva notato, passeggiando sulla riviera romagnola, che la maggior parte delle persone in spiaggia, se leggeva qualcosa, leggeva il Giallo Mondadori. Da allora il festival non si è mai interrotto e si è avvalso di grandi esperti come consulenti: personaggi che han fatto la storia del romanzo giallo in Italia, quali Oreste del Buono e Alberto Tedeschi. Oggi la guida è passata a Valerio Massimo Manfredi e Carlo Lucarelli. E scusate se è poco.

L’ultima moda, dopo un diluvio di intrighi spionistici e di serial killer, sembra essere quella dei gialli storici, ambientati in questo o quel periodo del passato. In realtà qualche autore classico ci aveva già pensato. John Dickson Carr è famoso per i suoi “delitti della camera chiusa” ma ha scritto negli anni Cinquanta del secolo scorso una trilogia di gialli storici, tra cui il famoso Il Diavolo vestito di Velluto, ambientato nel 1600. Tra gli autori italiani del momento, con numerosi thriller storici nel proprio curriculum, ricordo Marcello Simoni (che nella vita è stato un archeologo) e Matteo Strukul (uno storico), ormai tradotti in mezzo mondo. Molto interessanti sono anche i gialli storici del biochimico Marco Malvaldi, sebbene sia più noto per i suoi misteri a sfondo umoristico, ambientati in Toscana e risolti con l’aiuto di un trio di terribili vecchietti, noti come il Ciclo dei Delitti del Bar Lume. Al momento ne ha pubblicati due: La misura dell'uomo (2020) e Oscura e celeste (2023), ambientati rispettivamente ai tempi di Leonardo e di Galileo. Molto piacevoli sono anche i gialli storici di Danila Comastri Montanari, docente di letterature antiche recentemente scomparsa. In una ventina di romanzi (dal 1990 al 2017) ci vengono raccontate le imprese di Publio Aurelio Stazio, senatore nell'antica Roma del Primo Secolo, che risolve delitti soprattutto sotto l’impero di Claudio. I romanzi si segnalano per il vezzo dell’autrice di usare come titoli allocuzioni latine, che spesso sono ancora in uso come Cave canem, Morituri te salutant, Spes ultima dea.

Molti altri si sono cimentati in questo genere, coinvolgendo alcuni personaggi storici illustri, noti per la loro intelligenza e la preparazione culturale e filosofica. Addirittura l’autrice canadese Margaret Anne Doody, docente di letteratura comparata presso la University of Notre Dame, ha scomodato come detective Aristotele in persona, nel romanzo Aristotele Detective (1978): un giallo storico appassionante e arguto, ambientato nella Atene del IV secolo, ma con molti temi che rimandano all'epoca attuale. Il successo ha portato l’autrice a produrre una decina di seguiti. Come si vede tutti questi scrittori hanno avuto la capacità di unire la propria preparazione professionale alla passione per il giallo e il romanzo storico.

Qui voglio indicare ai lettori della Bonetta un autore relativamente nuovo (per lo meno in questo campo specifico) che scrive da molti anni ma solo adesso sta raccogliendo un certo successo. Si tratta di Bruno Vitiello, che ho avuto il piacere di conoscere anni fa, all’inizio della sua carriera. Oggi pubblica con Giunti di Firenze, ma inizialmente aveva lavorato come scrittore di fantascienza per piccole case editrici specializzate. Il suo romanzo d’esordio è intitolato Progetto Michelangelo e fu scelto da Ugo Malaguti per la sua Perseo Editrice. Lo scenario è un lontano futuro post – apocalittico, in cui molta parte dell’umanità ha subito mutazioni che ne hanno deformato l’aspetto. Grandi deserti sorgono là dove un tempo esistevano città come Firenze, Roma e Atene, orribili mutanti convivono con esseri umani geneticamente perfetti, frutto degli esperimenti degli Ingegneri Genetici. Il mondo è governato da un protettorato formato di principi e duchi, come in una sorta di secondo Rinascimento. Il tentativo di far progredire la civiltà si scontra con l'oscurantismo di una nuova Chiesa, nata dalla comparsa sulla Terra di una entità aliena che si è insediata dove un tempo sorgeva l'antica Acropoli. In questo mondo semidistrutto e decadente, prende forma un progetto straordinario: resuscitare, grazie alla manipolazione del DNA, il grande Michelangelo, usandone lo straordinario genio per ridare una speranza al mondo e riportarvi la bellezza.

Dopo altre prove fantascientifiche più o meno riuscite, Vitiello passa alle Edizioni Della Vigna di Luigi Petruzzelli e qui nel 2010 pubblica il suo primo giallo storico. Il titolo I delitti dell’anatomista descrive già buona parte del contenuto più cruento, ma il romanzo contiene molto altro. Siamo a Firenze nel 1505, in pieno Rinascimento. Alcuni misteriosi delitti insanguinano le strade della città: le vittime non vengono solo uccise, ma anche sezionate e trasformate in preparati anatomici, secondo i più scrupolosi dettami della scienza. Niccolò Machiavelli, capo della Seconda Cancelleria, riceve l'incarico di assicurare rapidamente alla giustizia l'autore degli efferati omicidi e coinvolge nelle sue indagini Michelangelo Buonarroti, Leonardo Da Vinci, Marsilio Ficino e Girolamo Fracastoro, per indagare negli ambienti dell'arte e della medicina. Sarebbe facile trovare un colpevole a tutti i costi (un po’ come si è verificato al giorno d’oggi nel caso del Mostro di Firenze). Basterebbe frugare nel sottobosco di ladri e grassatori, zingari e mendicanti, meretrici di ambo i sessi. Ma solo un medico o un artista dall'anima malata può aver compiuto uno scempio simile. Mentre gli improvvisati detective s'impegnano a superare le reciproche diffidenze per catturare l'assassino, un mostro cerca vendetta in una Firenze in pieno subbuglio, tra feste di carnevale e rivolte di piazza. Non vi dico di più per non guastare il piacere della scoperta ai lettori. Vi dico però che Giunti ha ristampato il romanzo nel 2024 e questa volta, grazie a una migliore diffusione e al cambiamento dei gusti del pubblico, il successo è arrivato in pieno. (Io, per inciso, lo avevo apprezzato già nella prima edizione).

Grazie a questo successo, Vitiello si è messo subito al lavoro per un altro romanzo nello stesso filone e se ne è uscito con Chiunque nasce a morte arriva. Questa volta l’azione si sposta a Roma, nel 1517. Due spie del Papa vengono trovate morte a pochi giorni di distanza. Non ci sono tracce di ferite né di avvelenamento. Leone X, potente esponente della famiglia Medici divenuto papa, non si fida delle famiglie patrizie romane e dei suoi avversari politici, per cui affida le indagini a uomini di sua fiducia. L’unica pista disponibile è una meretrice che è stata vista fuggire dal luogo in cui è stato scoperto l'ultimo cadavere. L'incarico ricade così su Raffaello, pittore più richiesto del momento e noto donnaiolo (per questo suo vizietto il papa dovette rinunciare a farlo cardinale). Assieme a lui agiscono Michelangelo, il genio introverso che si è già distinto per il suo acume investigativo, e Paracelso, medico e alchimista svizzero, famoso per i suoi metodi rivoluzionari e grande modernizzatore della medicina. I tre perlustrano l'Urbe in lungo e in largo, visitando ospedali e postriboli, tuguri e ville patrizie, e partecipano a misteriose operazioni alchemiche. Ma intanto devono guardarsi le spalle dalla Santa Inquisizione, pronta a scatenare la sua forza contro ogni sospetto di stregoneria. Nel nuovo giallo storico di Vitiello l’atmosfera si fa più cupa, rimandando a certi thriller moderni come Il silenzio degli innocenti o Seven.

La scelta di un personaggio introverso, tormentato, ma dall’immenso talento artistico e architettonico, qual è Michelangelo attraversa tutta la narrativa di Vitiello come un fil rouge. Deve essere legata in qualche modo a una profonda passione dello scrittore verso l’artista del Rinascimento. La ricostruzione storica inoltre è davvero ottima e questo è un grande pregio (Petruzzelli mi confidò di aver chiesto approvazione su alcuni dettagli storici a dei professori di storia di sua conoscenza, ricevendone conferma).

In conclusione due romanzi assolutamente da leggere, anche sotto l’ombrellone, ma con la consapevolezza che il divertimento non sarà banale.

Franco Piccinini


Franco Piccinini (Asti, 1954), si è laureato a Pavia e fino a poco tempo fa ha esercitato la professione di medico. Grande esperto e cultore di fantascienza, ha pubblicato i romanzi "Ritorno a Liberia" (tratto dal suo primo racconto), "Il tempo è come un fiume", il saggio "Scienza medica e fantasie scientifiche" (finalista al Premio Italia 2012 e vincitore del Premio Vegetti 2018), oltre a vari articoli su Nova SF* e racconti su Futuro Europa. Di recente ha pubblicato il saggio "Mondi Sotterranei" per i 700 anni di Dante. Nel 2011 ha iniziato a collaborare con l'editore Solfanelli e con Delos Digital. E' un grande amico della Biblioteca Bonetta e ha precedentemente scritto per il nostro sito anche i seguenti contributi:

 

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