Cenni storici sulla Biblioteca Bonetta

Biblioteca Bonetta - Stabilimento di Belle Arti Malaspina
La nostra storia inizia nel 1887

Dalla morte del suo fondatore, che aveva voluto col testamento legare alla città di Pavia la sua libreria e le sue raccolte numismatiche e artistiche, fino alla metà del Novecento la Biblioteca “Carlo Bonetta” fu una biblioteca di arte e storia nell’ambito del Museo Civico di Storia Patria (ora tale funzione è svolta, limitatamente al settore artistico, dalla Biblioteca dei Musei Civici al Castello Visconteo).

Dal 1951 si trasformò gradualmente in biblioteca generale di pubblica lettura e, dal 1977, trasportata l’intera raccolta museale al Castello Visconteo, occupò l’intero palazzo Malaspina. Dopo i lavori di ristrutturazione aprì al pubblico il 22 maggio 1981 svolgendo la funzione attuale di biblioteca di pubblica lettura di medie dimensioni.

La biblioteca conserva anche numerosi fondi librari speciali con edizioni dei secoli XV-XVII e un fondo manoscritti (vedi la pagina Patrimonio)


Approfondimento storico

La Biblioteca Civica di Pavia è un frutto ottocentesco del collezionismo privato cittadino; istituita per legato testamentario di Carlo Bonetta, morto nel 1870, venne aperta per la prima volta al pubblico nel 1887 in quella che è tuttora la sua sede, cioè lo Stabilimento di Belle Arti Malaspina.
Laureato in legge, cultore di numismatica e di storia, il Bonetta lasciò al Comune le sue raccolte di quadri, monete, documenti e circa quattromila libri, nonchè un capitale in denaro, al fine di costituire un museo civico di storia patria.

Collocati dapprima in un locale di S. Francesco da Paola, presso la Scuola di Pittura, i libri furono trasferiti nel 1883 nello Stabilimento di Belle Arti Malaspina, e qui catalogati da Mansueto Tessaroli, sotto la direzione di Carlo Dell'Acqua.
Il 3 aprile 1887 la Biblioteca Bonetta avvia il solo servizio di prestito dei libri, fissato nel giorno di domenica dalla una alle quattro del pomeriggio. Compito specifico ed esclusivo della Biblioteca era quello di "promuovere gli studi storici, specie quelli che riguardano Pavia e la sua provincia" .

Nel 1892 pervengono in legato le raccolte artistiche e librarie di Francesco Reale e di Camillo Brambilla. Giovanni Vidari, l'autore dei Frammenti cronistorici dell'agro ticinese, si batte con tenacia per la istituzione di un Museo Civico di Storia Patria, in cui siano conservati non solo i lasciti Malaspina, Bonetta, Reale e Brambilla, ma anche il Museo Archeologico.
Il Consiglio Comunale approva nel 1893-94 lo Statuto e quindi il Regolamento del Museo. Dovendosi far posto nello Stabilimento Malaspina agli arrivi delle nuove collezioni museali, nel 1894 la Biblioteca viene trasferita dal piano terreno al sottotetto del torrione sud, mentre accanto alla Pinacoteca Malaspina si ricava, al primo piano, una saletta di consultazione.

Nello stesso 1894 Rodolfo Maiocchi viene nominato conservatore del Museo Civico; a lui si deve l'istituzione dell'Archivio Storico Civico, con il trasferimento da Palazzo Mezzabarba allo Stabilimento Malaspina, tra il 1895 e il 1903, di tutti i documenti comunali anteriori al 1815.
L'Archivio Storico Civico acquisirà una serie di archivi privati, specialmente di famiglie nobili (fra cui nel 1903 l'Archivio Rota Candiani, nel 1905 le carte di Gaetano Sacchi, nel 1908 l'Archivio Bellisomi, nel 1912 il fondo Marozzi, nel 1937 l'Archivio Malaspina, etc). Nel 1900 anche il Museo del Risorgimento, con le carte e l'annessa biblioteca, era stato trasportato da Palazzo Mezzabarba allo Stabilimento Malaspina; nel 1920-21 e per l'ultima parte, nel 1939 perviene l'Archivio della famiglia Cairoli.

Nel 1905 il Maiocchi, nominato rettore del Collegio Borromeo, lascia il Museo; gli succedono, tra il 1906 e il 1909, Leopoldo Fontana e Vittorio Macchioro.
Dal 1910 al 1939 sarà conservatore Renato Sòriga, studioso del Risorgimento e delle Società Segrete, la cui biblioteca personale, ricca in particolare di pubblicazioni sulla Massoneria, sarà acquisita, dopo la sua morte, dalla Bonetta.
Nel 1923 era pervenuta la biblioteca medica di Giovanni Alessandro Brambilla, protochirurgo dell'imperatore d'Austria Giuseppe II; del 1939 è il legato di Giacomo Franchi, notevole soprattutto per gli opuscoli di storia pavese. Sempre alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale èdepositata dall'erede la biblioteca del neurologo Guido Sala, di argomento letterario e storico.

Per tutta la prima metà del Novecento la Bonetta mantenne il suo carattere di biblioteca di arte e storia patria nell'ambito del Museo Civico. Non fu mai realizzato il progetto, elaborato nel 1911 da Giulio Natali e dal Sòriga, di istituire al di fuori del Museo una Biblioteca Civica di cultura generale.
Dopo la Guerra, si avvia il trasferimento al Castello Visconteo di alcune sezioni museali; si renderà così disponibile per la Bonetta il piano terreno dello Stabilimento Malaspina.
Nel 1950 l'Intendenza di Finanza di Pavia consegna circa tremila volumi di narrativa italiana e straniera, già appartenuti alla biblioteca circolante dell'Istituto Nazionale di Cultura Fascista - Sezione di Pavia. E' il primo passo verso la trasformazione della Bonetta in biblioteca di pubblica lettura.

Il servizio di prestito riprende il 16 aprile 1951; poco dopo viene aperta una saletta di studio, sostituita nel 1964 da una sala di lettura, sempre al piano terreno.
Nel 1974 viene costituita al Castello una Biblioteca specializzata trasferendovi le Sezioni Arte e Numismatica della Bonetta, nonchè libri estratti da altri fondi (in particolare dalle sezioni "Pavese" e "Miscellanea").
Ciò comportò la scissione dei legati storici in due biblioteche civiche distinte; ma d'altro lato tale operazione sanzionò la definitiva metamorfosi della Bonetta in biblioteca di pubblica lettura.
Nel 1977 la Pinacoteca e le altre raccolte museali, che occupavano il primo piano dello Stabilimento Malaspina, vengono trasportate al Castello.
Nel 1978-79 lo Stabilimento Malaspina èrestaurato e attrezzato come sede della Biblioteca Bonetta - Archivio Storico Civico, le cui strutture risultano raddoppiate (le scaffalature passano da 2.800 a 5.360 metri lineari di palchetti). Ciò consente di accogliere le annate dell'Archivio Comunale fino al 1940; di acquistare l'Archivio Meriggi (1981); di ricevere in dono la Biblioteca Beccalli (1984) e altri fondi di varia consistenza.

A partire dal 1981 la Bonetta potè funzionare come biblioteca civica di medie dimensioni e nel corso di cinque o sei anni quadruplicare l'utenza rispetto agli anni Settanta.
Nel 1987 in una mostra allestita al Castello Visconteo fu illustrato un secolo di storia della Bonetta; nell'occasione fu posta l'esigenza di individuare una nuova sede, che consentisse l'ulteriore passaggio da biblioteca media a biblioteca di grande dimensioni.
Nel 1989 fu acquistato il fondo librario Ravegnani, che non trovò spazio in Bonetta, ma dovette essere collocato in una sede esterna, dove è stata pure trasferita la biblioteca di Angelo Brugnatelli.
Sempre per mancanza di spazio, non si sono potute trasferire all'Archivio Storico Civico e mettere a disposizione degli studiosi le annate 1941-70 dell'Archivio Comunale.
L'Amministrazione Comunale di Pavia ha individuato come futura adeguata sede il Convento quattrocentesco di Santa Chiara (ex Caserma Calchi in via Langosco), dove troveranno spazio la Biblioteca Bonetta - Archivio Storico Civico, la costituenda Mediateca e la Biblioteca Ragazzi Paternicò-Prini.

Per la storia della Biblioteca si rinvia soprattutto a tre pubblicazioni:

- La Biblioteca Civica "Carlo Bonetta", Pavia, Comune di Pavia, 1980 (edita in occasione dei lavori di restauro e ampliamento della sede nello Stabilimento Malaspina).

- Per così piantare col tempo la sua picciol libreria, Pavia, Logos International, 1987 (edita in occasione della mostra al Castello Visconteo per il centenario dell'apertura al pubblico della Bonetta).

- Immagini della Biblioteca Bonetta, Pavia, Edizioni Nuova Tipografia Popolare, 1999 (edita in occasione della progettazione della nuova sede in Santa Clara). 

 

Dove

 
Piazza Petrarca 2 - 27100 , Pavia (PV)

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