IL LUNGO SENTIERO DI BELFAGOR
Nel periodo tra il 2021 e il 2022, la casa editrice internazionale RBA, con sede in Spagna ma presente in 49 paesi, ha deciso di lanciare nelle edicole una collana di volumi rilegati elegantemente, dedicati ai Primi maestri del fantastico (come recita il loro lancio pubblicitario). Ne sono usciti ben 70 numeri, con opere comprese tra lOttocento e il primo Novecento, dedicate allorrido, al fantastico e alla proto fantascienza dinizio secolo1. Non deve stupire il fatto che molti precursori siano francesi: nellepoca del romanticismo la Francia ha sviluppato un vasto filone di storie nere, macabre, orrorifiche e di scientific romance che non hanno nulla da invidiare al romanzo gotico e al romanticismo britannico. Questo segna una profonda differenza rispetto allItalia, dove il romanticismo veniva coniugato in forme più concrete e realistiche, che arrivavano tuttal più al romanzo storico. Inoltre i francesi non facevano troppa distinzione tra letteratura alta e popolare. Pensate per un attimo ai freak di Victor Hugo (come Quasimodo e LUomo che Ride) oppure ai vampiri e ai lupi mannari di Alexandre Dumas, per non parlare del tetro Castello dIf in cui viene imprigionato Edmond Dantès. E come dimenticare LHorla e La mano dello scorticato di Maupassant, Malpertuis di Jean Ray, Il Fantasma dellOpera e Lautoma insanguinato di Gaston Leroux, LAmante della Mummia di Theophile Gautier? Ma non si tratta certo di una proposta esauriente: nonostante i settanta numeri usciti, mancavano ancora allappello diverse opere. A colmare il vuoto ha provveduto leditore Fanucci con una collana apposita, partita in sordina nel 2019 e ormai arrivata a una ventina di titoli, quasi sempre diversi da quelli proposti da RBA. Si presentano in formato tascabile ma rilegati, con una copertina la cui illustrazione è virata in color seppia, come le vecchie fotografie dinizio secolo. Spesso i volumi sono accompagnati da dotte e accurate presentazioni, per la maggior parte dovute al prof. Carlo Pagetti, insigne americanista dellUniversità di Pescara.
È quasi superfluo dire che io, per via dei miei particolari interessi letterari, li ho collezionati tutti. È così che mi sono imbattuto in un romanzo che non conoscevo: Belfagor, il fantasma del Louvre di Arthur Bernède. Leggendolo, mi sono tornati alla mente tanti ricordi, che ora vorrei condividere qui. Il personaggio di Belfagor ha infatti alle spalle una lunga storia e ha percorso un lungo e tortuoso sentiero prima di arrivare ai fasti del cinema e della televisione.
Cominciamo col dire che nella demonologia medievale Belfagor (meglio noto come Belphegor, nella grafia francese) è uno dei duchi infernali, che ha sotto di sé una schiera di demoni al suo comando. Ogni esorcista o mago nero ha una propria classificazione di questi angeli caduti. Una classificazione (una delle tante) è quella proposta da molti esorcisti, tra cui il noto Padre Amorth, scomparso nel 2016, e prevede una triade composta da Lucifero come imperatore, Beelzebub come principe e Astaroth come granduca, visti come antitesi della Trinità divina. Sotto questi demoni principali vi sono sei spiriti superiori. Esistono poi tre spiriti inferiori per ognuno di loro: corrispondono alle gerarchie celesti e sono dette Gerarchie Discendenti. Nel suo romanzo Pasqua Nera (Black Easter, 1968) lo scrittore James Blish sconsigliava di procurarsi i testi classici sullargomento come la Clavicula Salomonis, il Malleus Maleficarum, la Ars Magna di Raimondo Lullo, le memorie di Aleister Crowley e via dicendo. Oltre ad essere poco comprensibili, sono anche molto pericolosi (per chi ci crede, ovviamente): meglio evitare di giocare agli apprendisti stregoni. Se largomento vi incuriosisce, magari potete rivolgervi alla mia trattazione dellargomento nel saggio Mondi sotterranei (2021), sicuramente più leggera e piacevole, dove approfondivo proprio il lavoro di James Blish. Per gli scopi di questo articolo, vi basti sapere che nel 1589 il teologo tedesco Peter Binsfeld, come parte del suo Trattato sulle confessioni dei malfattori e delle streghe, legò i nomi di questi demoni ai sette peccati capitali: in base allo schema di Binsfeld, Belfagor corrisponde allaccidia. Proprio in quel periodo, si pubblica a Firenze un libretto dal titolo La favola di Belfagor Arcidiavolo o Il demonio che prese moglie. Scritto tra il 1518 e il 1527, è l'unica novella nota di Niccolò Machiavelli, pubblicata poi nel 1545. Sembra che inizialmente Monsignor Giovanni Brevio la presentò come propria opera originale: solo qualche anno più tardi si scoprì la paternità di Machiavelli, che aveva attinto a delle antiche narrazioni popolari su un diavolo che scende sulla Terra e prende moglie. Lintento dello scrittore è eminentemente satirico e critica i costumi dei cortigiani e delle donne fiorentine della sua epoca. Nella trama si immagina che Plutone, re degli Inferi, decida di mandare un arcidiavolo sulla terra a vivere da uomo ammogliato, per verificare se davvero la vita coniugale è peggiore dell'Inferno. Le scene comiche si sprecano: per esempio Belfagor, per arricchirsi, si presenta come esorcista di donne indemoniate. In realtà si è accordato con un astuto contadino; dapprima penetra nel corpo di alcune donne e poi, quando il contadino glielo chiede, ne esce. In questa novella il punto di vista di un diavolo sulla società terrena ne conferma gli egoismi, le cattiverie, gli inganni e le infamie.
Saltiamo al 1966, quando Ettore Scola decide di girare un film di genere storico-fantastico, ispirandosi liberamente al personaggio dellarcidiavolo di Machiavelli: innesta infatti vicende soprannaturali e di pura fantasia in un contesto reale, tra personaggi realmente esistiti. Come protagonista Scola sceglie Vittorio Gassman, che partecipa al nuovo progetto immediatamente dopo L'Armata Brancaleone (di cui si spera di ripetere il successo). Scola, alla quarta regia, aveva già lavorato con Vittorio Gassman nelle sue prime opere, oltre ad aver scritto e sceneggiato moltissimi film aventi tra i protagonisti lattore, come Il sorpasso, I mostri e Il gaucho. Li accompagna un cast internazionale, in cui spiccano il divo hollywoodiano sul viale del tramonto Mickey Rooney (nel ruolo del demonietto servitore Adramalek) e la bellissima attrice francese Claudine Auger, la quale godeva in quel momento di particolare popolarità in Italia, avendo avuto la parte di Domino in 007 Operazione Tuono. Molte furono le scene girate in esterni, in suggestive località toscane e dellItalia centrale. Sono memorabili alcune scene, come lincontro con Lorenzo de Medici, luso delle macchine belliche di Leonardo da Vinci e la partita di calcio fiorentino organizzata da Belfagor. Scola attualizza la trama, immaginando che nel 1486 Papa Innocenzo VIII e Lorenzo de Medici abbiano negoziato una pace dopo i primi otto anni di ostilità delle Guerre dItalia. Ma Belzebù teme una riduzione del flusso di anime dannate e decide di inviare sulla Terra larcidiavolo Belfagor in forma umana, assistito dal pestifero diavoletto Adramalek invisibile a chiunque altro, con l'incarico di far fallire la pace e rinnovare la guerra entro dieci giorni. Questa volta, contrariamente al Machiavelli, larcidiavolo scopre lamore, rinuncia alla violenza e, di conseguenza, viene privato dei suoi poteri sovrannaturali. Diventa un mortale a tutti gli effetti, innamorato e ricambiato da Maddalena, e resta definitivamente sulla Terra. Scola spiegò così la sua visione del soggetto: è una favola che, in chiave ironica, spiega come tutte le guerre sono macchinazioni infernali, perché a farle scoppiare c'è sempre qualche diavolo.
Più o meno nello stesso periodo, viene girato in Francia uno sceneggiato a puntate dal titolo Belfagor o Il fantasma del Louvre (Belphégor ou Le fantôme du Louvre). La miniserie televisiva, diretta da Claude Barma, viene trasmessa in 4 puntate dal 6 al 27 marzo 1965. Qui però, nonostante il titolo, la demonologia e la novella di Machiavelli centrano poco. Lo spunto viene dal romanzo omonimo di Arthur Bernède (Redon, 5 gennaio 1871 Parigi, 20 marzo 1937). Autore molto prolifico, ha pubblicato quasi 200 romanzi storici e di avventura e creato centinaia di personaggi romanzeschi di cui alcuni, come Belfagor o Judex, divenuti molto famosi. Ha scritto anche su Vidocq (personaggio peraltro realmente esistito: era un ex delinquente, divenuto capo della polizia in epoca napoleonica, sotto la guida del potente ministro francese Fouchè). Il suo romanzo più noto è apparso in 59 puntate sul giornale Le Petit Parisien, dal 28 gennaio al 28 marzo del 1927. Da subito Belfagor, il fantasma del Louvre ha avuto un grande successo popolare e ha suscitato la fantasia di numerosi cineasti, tanto che una prima versione su celluloide è stata girata immediatamente dopo luscita del romanzo, nel 1927: un film muto in bianco e nero, sceneggiato dallo stesso Arthur Bernède. La trama del romanzo è ricca di misteri ma non contiene elementi soprannaturali. Il fantasma appare e scompare in barba alla caccia che gli danno custodi del museo e poliziotti, terrorizzando Parigi e rendendosi responsabile perfino delluccisione di un custode, ma cè un segreto dietro quel fantasma che, con mantello nero e maschera funeraria, si aggira nottetempo per il Louvre, nella Sala degli Dèi barbari. Tutta la città è in fermento e i giornali non parlano daltro, mentre la polizia brancola nel buio. In un susseguirsi di colpi di scena, Jacques Bellegarde, un giovane e ambizioso giornalista, e il re dei detective Chantecoq si mettono sulle tracce dellenigmatica e oscura apparizione. La strana coppia è stata da Bernède modellata in modo evidente su quella, assai più nota, che dava la caccia a Fantomas: lispettore Juve e il giornalista Fandor. Come per Fantomas, dietro il fantasma si cela un ladro, che fruga nelle sale vuote del museo alla ricerca di un tesoro nascosto: i gioielli dei re di Francia.
La serie televisiva precede di quattro anni e, in un certo senso, prepara la strada a un analogo prodotto italiano di cui abbiamo già parlato: Il segno del comando di Giuseppe dAgata [http://biblioteche.comune.pv.it/site/home/news/sotto-il-segno-del-comando.html]. È interpretata dalla cantante Juliette Gréco, cantante, attrice e musa dellesistenzialismo francese, che ha il doppio ruolo delle due gemelle Borel, mentre nel costume del fantasma recita il mimo Isaac Alvarez. La vicenda si discosta molto dal romanzo scritto da Bernède, poiché il regista Claude Barma è intervenuto sul soggetto per aggiungere un tocco desotismo e per attualizzare la storia: per esempio introduce le allusioni allantico Egitto, il mesmerismo e la trance ipnotica, oppure il fatto che il tesoro nascosto nel Louvre non è più composto dai gioielli dei re di Francia bensì è il segreto dei Rosacroce, un oggetto che possiede anche proprietà radioattive. La serie è stata in seguito replicata diverse volte, in Francia e in Italia, e alla fine è stata pubblicata in Italia da Yamato Video nel 2002 in un cofanetto DVD, unitamente al serial cinematografico del 1927.
Ma non è ancora finita: dal medesimo romanzo è stato tratto poi lomonimo film diretto da Jean-Paul Salomé nel 2001, con Sophie Marceau, Julie Christie e Michel Serrault. Questa volta il regista gioca molto sul soprannaturale, immaginando che dietro la maschera di Belfagor vi sia una ragazza posseduta da un antico spirito egizio, uscito da una mummia allapertura del suo sarcofago. Presumibilmente, la produzione voleva in qualche modo replicare il successo de La mummia, film americano del 1999, più avventuroso che orrorifico (e a sua volta ispirato al ciclo di Indiana Jones). A salvare il regista Salomè dallaccusa di plagio, cè il fatto che i romanzi sulle mummie redivive abbondano nella letteratura gotica e uno dei più noti è proprio francese: Il romanzo della mummia (Le Romance de la momie, 1858) di Theophile Gautier, che qui è stato utilizzato come ispirazione in più di una scena.
1 Parliamo di autori come H. G. Wells, E. A. Poe, Mary Shelley, J. Verne, Conan Doyle, R. L. Stevenson, Bram Stoker, H. P. Lovecraft, Oscar Wilde, Gustav Meyrink, Jack London, Maupassant, E. R. Burroughs, J. Le Fanu, Rider Haggard, E. T. A. Hoffmann, Anatole France, Gaston Leroux, T. Gautier, Dumas padre, Mark Twain, Henry James e via elencando. Lelenco completo è reperibile qui: http://www.maestridelfantastico.it/ mentre la collezione completa è già in vendita su ebay alla modica cifra di 700 .
Franco Piccinini (Asti, 1954), si è laureato a Pavia e fino a poco tempo fa ha esercitato la professione di medico. Grande esperto e cultore di fantascienza, ha pubblicato i romanzi "Ritorno a Liberia" (tratto dal suo primo racconto), "Il tempo è come un fiume", il saggio "Scienza medica e fantasie scientifiche" (finalista al Premio Italia 2012 e vincitore del Premio Vegetti 2018), oltre a vari articoli su Nova SF* e racconti su Futuro Europa. Di recente ha pubblicato il saggio "Mondi Sotterranei" per i 700 anni di Dante. Nel 2011 ha iniziato a collaborare con l'editore Solfanelli e con Delos Digital. E' un grande amico della Biblioteca Bonetta e ha precedentemente scritto per il nostro sito anche i seguenti contributi: