Cosa leggere prima di mettersi in viaggio


COSA LEGGERE PRIMA DI METTERSI IN VIAGGIO

L’estate è tempo di vacanze e dunque di viaggi. In molti si porteranno dei libri da leggere e in molti, tra i collaboratori della Biblioteca Bonetta, ve ne consiglieranno alcuni da portare con voi. Io, tanto per fare qualcosa di diverso, vi voglio consigliare alcuni libri che invece vanno letti prima di partire.

Innanzi tutto, non potete fare a meno di leggere “Guida alla percezione del viaggio” (edizioni Odoya, 2020). E lo dico non perché conosco personalmente alcuni degli autori come Luca Ortino e Roberto Chiavini), ma perché non sono informato di altri libri che abbiano affrontato il tema in modo così completo ed esauriente. Non so se ci avete riflettuto, ma l’uomo, da quando si è organizzato in società complesse, ha subito cominciato a spostarsi e a viaggiare, spinto sia dalla sete di conquista di nuovi territori che dall’impulso di scambiare prodotti e opere artigianali o artistiche o più semplicemente nuova conoscenza. Successivamente, singoli individui hanno affrontato il viaggio per esigenze diverse: per arricchirsi non più economicamente, ma spiritualmente. Ad esempio per conoscere le usanze degli altri popoli, per studiarne lo sviluppo o per condividere le illuminazioni letterarie o scientifiche. Nell'antichità pensatori e filosofi, da Erodoto a Plinio, hanno effettuato viaggi per recuperare la sapienza delle epoche precedenti e, in tempi più moderni, molti intellettuali si sono mossi per immergersi in ambienti culturali diversi, per imitarli o scambiare informazioni, diventando così i cantori di terre lontane, oppure di luoghi desolati che richiamano i panorami del nostro inconscio. In definitiva non esiste qualcosa di più istruttivo del viaggio, che rende il viaggiatore parte integrante di un nuovo mondo, lontano o vicino che sia. Per questo gli autori si chiedono “In che modo è percepito il viaggio? Cosa spinge l'uomo a valicare i confini della propria terra? Perché il viaggio di ritorno è sempre più breve di quello di partenza?” E così riportano “le esperienze più emozionanti e significative della storia, riportando il viaggio attraverso l'anima e gli occhi degli esploratori, gli intellettuali e gli scrittori che, spinti dalle ragioni più varie, si sono persi nel mondo e nelle sue innumerevoli possibilità”. Per dirla con Dante “per seguir virtute e canoscenza”. Tanto per darvi un’idea, nel corso del libro si parla di viaggiatori quali: Ernest Hemingway e Stendhal, Bruce Chatwin e Odisseo, Wolfgang Goethe e Jack Keruac, Josè Saramago e Julio Cortazar, Marc Augè e Henry James, Aldous Huxley e Lord Byron, Robert Silverberg e J. G. Ballard, Amerigo Vespucci e Vasco De Gama, Cristoforo Colombo, Magellano e Marco Polo. Per ognuno si racconta non solo la vicenda storica, ma i riflessi culturali, letterari e psicologici che il loro viaggiare ha comportato.

Se poi vi avanza tempo, consiglio di leggere anche un libro dal tono assai più leggero (nonostante il titolo): “Introduzione all'arte di viaggiare in salute. 101 perché ai quali saper rispondere (prima di partire)” di Alberto Tomasi, Cultura e Salute Editore, 2021. È un libro di divulgazione medica assai piacevole, oltre che utilissimo. Ne sono rimasto ammirato (considerate che in passato mi sono specializzato in malattie infettive e tropicali). Attraverso 101 domande che incuriosiscono il lettore, si cerca di stimolarlo a conoscere le origini di tante raccomandazioni mediche, rendendo la materia meno astratta. Un metodo didattico sempre efficace (a cui ricorro io stesso quando scrivo). Si possono ottenere risposte chiare e concrete per tutte le problematiche sanitarie legate ai viaggi, perché il testo, nonostante le battute umoristiche che ricordano un po’ i Tre Uomini in Barca, spazia tra i diversi argomenti della salute in viaggio con competenza e padronanza della materia, offrendo risposte puntuali e scientifiche in un'epoca in cui false credenze e fake news sono molto diffuse. Leggendolo, si impara perché la sifilide si chiamava mal francese o mal celtico, perché il preservativo prende il nome di un lord inglese, o perché bisogna vaccinarsi per un viaggio nell'Europa dell'Est. Accenno qui solo alla più divertente: sapete perché si dice che i marinai sono scorbutici? Lo scorbuto era una malattia, dovuta alla mancanza di vitamine nella dieta di chi viaggiava per mare. Per questo uno dei compiti dei medici di bordo era assicurarsi di avere una scorta di mele e limoni da distribuire all’equipaggio. Ancora oggi si dice che i genovesi sono scorbutici di carattere. Per forza: erano quasi tutti marinai, un tempo. Ma oggi, se faceste loro questa osservazione, probabilmente vi risponderebbero: “non siamo scorbutici, è che ci state tutti sul belino”. Aneddoti del genere assicurano che, una volta letti, non vi scorderete più di che cosa è lo scorbuto e del perché occorre assumere certe vitamine (dietro prescrizione medica, s’intende).

Il terzo libro che suggerisco è di un autore ormai diventato una leggenda: Jack Kerouac. Jean-Louis Lebris de Kérouac, di origini canadesi, è stato uno scrittore, poeta e pittore statunitense, padre fondatore della Beat Generation. Grazie alle sue idee di libertà, alla sua costante ricerca di realizzazione personale attraverso nuove strade, senza mai piegarsi alle convenzioni sociali, è assurto all’altezza di un mito, anche se in vita non ha avuto il successo e il rispetto che avrebbe meritato. Recentemente Mondadori (la casa editrice fu uno dei suoi primi estimatori, grazie anche all’apporto di Fernanda Pivano) ha proposto in un omnibus i suoi tre maggiori romanzi: “Sulla strada, Big Sur, I vagabondi del Dharma”. Se volete sapere perché qualcuno decide di mollare tutto e mettersi a viaggiare senza orario e senza bandiera, senza tetto e senza legge, questo è il libro che fa per voi. È troppo voluminoso per portarselo in vacanza, a meno di acquistare gli e – book o i tascabili separatamente, perciò conviene leggerlo prima della partenza. Renderà il vostro viaggio qualcosa di diverso.

E questo mi dà lo spunto per suggerire una adeguata colonna sonora per i vostri viaggi. Se partite in moto, quale miglior musica di “Born to be wild” degli Steppenwolf? Non a caso fu scelta per accompagnare la cavalcata delle Harley Davidson nel film “Easy rider”.

Se preferite muovervi in treno, vi suggerisco la vecchia ballata di Bob Dylan “Only a Hobo”, oppure il classico di Woody Guthrie “This land is my land”. Immagino sappiate chi è un hobo. Non è un barbone, né un lavoratore nomade (quelli in America sono detti Okie). È un vagabondo volontario, che sceglie uno stile di vita improntato alla semplicità, al viaggio, all'avventura. Come Jack Kerouac o Woody Guthrie, appunto. È uno che si gode la vita, una re-interpretazione moderna della figura del pioniere o dell'esploratore. O del cavaliere errante.

Volete una colonna sonora più moderna? Provate con “The road” di Jackson Browne oppure con “Train leaves here this morning” e “Peaceful easy feeling” degli Eagles, canzoni che rievocano quello stesso spirito.

E poi… buon viaggio!


Franco Piccinini (Asti, 1954), si è laureato a Pavia e fino a poco tempo fa ha esercitato la professione di medico. Grande esperto e cultore di fantascienza, ha pubblicato i romanzi "Ritorno a Liberia" (tratto dal suo primo racconto), "Il tempo è come un fiume", il saggio "Scienza medica e fantasie scientifiche" (finalista al Premio Italia 2012 e vincitore del Premio Vegetti 2018), oltre a vari articoli su Nova SF* e racconti su Futuro Europa. Di recente ha pubblicato il saggio "Mondi Sotterranei" per i 700 anni di Dante. Nel 2011 ha iniziato a collaborare con l'editore Solfanelli e con Delos Digital. E' un grande amico della Biblioteca Bonetta e ha precedentemente scritto per il nostro sito anche i seguenti contributi:

 

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