Questo libro mantiene più di quel che il titolo promette. A prima vista è la descrizione del modo avventuroso con cui il prete coraggioso di un santuario dell'entroterra ligure (ma in provincia di Alessandria) salvò la vita dello zio di Primo Levi e della sua famiglia, esponendosi a pericoli gravi e anche, va pur detto, a qualche rimbrotto da parte dei superiori. Se non altro per l'amore che tutti abbiamo per Primo Levi, questo sarebbe già un motivo sufficiente per leggere il testo. Ma in realtà esso è molto di più: l'avvenimento centrale è come un sasso caduto in acqua che dà luogo a cerchi concentrici, e questi sono accuratamente indagati dall'autore. Anzitutto vi è la rappresentazione della figura di quell'intrepido e anomalo prete, Luigi Mazzarello, relegato in una parrocchia di campagna ma che aveva un passato di giramondo ed era, anche per questo, particolarmente avvertito sul carattere mostruoso della persecuzione fascista nei confronti dei cittadini italiani di origine ebraica. C'è poi la narrazione di alcune vicende della famiglia d'origine di Primo Levi, che apre una finestra interessante sull'ebraismo italiano tra fine dell'Ottocento e inizio del Novecento. Vi è quindi una descrizione, accurata e rigorosa, delle circostanze in cui dapprima maturarono le persecuzioni degli ebrei, a partire dalle infami leggi sulla difesa della razza del 1938, e poi trasse origine la guerra partigiana. Infine, le vicende del salvataggio della famiglia di Enrico Levi ci permettono di percepire dall'interno il clima della guerra civile' (Claudio Pavone) che infuriò in Italia tra il 1943 e il 1945.. Il libro ha due caratteristiche che raramente vanno insieme: è rigorosamente documentato ed è di una chiarezza cristallina. Non richiede particolari competenze per essere apprezzato: uno studente delle medie superiori, ma anche un lettore qualunque, semplicemente curioso della storia nazionale, lo può leggere con interesse e profitto. L'autore, Paolo Mazzarello, professore di Storia della Medicina all'Università di Pavia, è omonimo e originario della stessa zona del protagonista della vicenda, ma non suo parente diretto: anche se, dicevano i nostri vecchi, nei paesi si è tutti un po' 'parenti alla lontana'. L'intenzione profonda del libro è chiarita nel prologo: "Salvare gli altri salva se stessi: forse per questo è detto, nelle antiche scritture, che chi salva un uomo salva l'umanità intera". Il protagonista, Luigi Mazzarello, è stato insignito nel 2012 dell'onorificenza di 'Giusto tra le nazioni' dallo Stato di Israele.
w.m.
[Paolo Mazzarello, Quattro ore nelle tenebre, Bompiani, Milano, 2016]
Walter Minella - l'autore di questa recensione - ha insegnato storia e filosofia nei Licei. Tra le sue pubblicazioni: Il dibattito sul dispotismo orientale. Cina, Russia e società arcaiche (1991). Ha tradotto il breve saggio di Varlam Tichonovič alamov, il grande testimone dei Gulag, Tavola di moltiplicazione per giovani poeti (2012), ha curato la pubblicazione del libro postumo di Pietro Prini, Ventisei secoli nel mondo dei filosofi (2015) e ha scritto la monografia Pietro Prini (2016).