Tiziano Scarpa, La verità e la biro, Einaudi, 2023
Difficile trovare qualcuno che ci dica la verità, visto che siamo noi stessi i primi a evitarla. Eppure non fa che inseguirci: ce labbiamo scritta sulla pelle, indelebile e spontanea come la penna biro su un taccuino. Quello che avete per le mani è un libro che non assomiglia a nessun altro. Un romanzo, una confessione, un saggio, un memoir, una meditazione brillante e appassionata sui nostri desideri, e su questepoca che ci vuole trasformare in esibizionisti e gladiatori. Provate a pensare a chi, nella vita, vi ha detto davvero come stavano le cose. Tiziano Scarpa, per esempio, non potrà mai dimenticare la Studentessa di Filosofia: quella compagna di università così sincera da raccontargli ogni suo tormento damore a letto nel senso che glieli raccontava proprio mentre era a letto con lui. A questa campionessa mondiale di sincerità si affiancano vari personaggi e diversi modi di vivere la schiettezza: fra i tanti, la Ragazza dagli Occhi Spiritati, il Vecchio Amico di Famiglia, la Storica dellArte, il Depresso Misterioso. Sono momenti rivelatori dei rapporti con gli altri, che, guardando indietro, fanno ridere, soffrire e a volte disperare. Loccasione per ricordare questi episodi è una vacanza in Grecia: giorni luminosi costellati di piccoli incidenti, imbarazzi, intimità impreviste. Seduto sotto lombrellone, lo scrittore mette a confronto la naturalezza dei corpi nudi con labito stretto delle parole. Così, tra resoconti imperdibili e aneddoti bene invecchiati in cantina, si apre unaltra pista, quella più riflessiva, per difendersi da questepoca che ci vorrebbe tutti esibizionisti e gladiatori sociali. Setacciando le interviste di attrici ottantenni impudiche, la fantascienza distopica e le fotografie iconiche del Novecento, lautore cerca le sue risposte dappertutto. Per poi trovarle nel teatro greco: che ha inventato un modo tutto suo di fabbricare la verità, producendo la massima intensità attraverso il massimo dellartificio. Questo libro resterà scolpito nellanimo di chi ha sete di verità, ma subisce il contagio delle sue malattie croniche: lipocrisia e la reticenza.
Roberto Pazzi, La doppia vista, La nave di Teseo, 2023
Un maturo scrittore si sveglia una mattina in uno stato di grande confusione, non ricorda più chi sia. Incomincia così a confondere i personaggi dei suoi numerosi libri già pubblicati e di quelli che medita di scrivere, con le persone che ha più amato nella sua esistenza. È questa la trama di La Doppia Vista, ultimo romanzo di Roberto Pazzi, lautore e giornalista, morto nel dicembre scorso, pochi giorni prima delluscita del libro. Il romanzo, pubblicato da La nave di Teseo, ha chiari riferimenti autobiografici non solo perché il protagonista è appunto un maturo scrittore, ma anche per la grave malattia da cui è affetto."L'autoritratto che Roberto Pazzi tratteggia, senza nulla concedere al microautobiografismo, mette in scena la possessione visionaria che lo ha ispirato in molti dei suoi romanzi di successo, dove la carne e la sua ombra s'inseguono e si compenetrano, fra sogno e memoria, finzione e realtà, recita la quarta di copertina.
Luigi Dell'Orbo, nato nel 1962 in provincia di Pavia, vive da decenni in Piemonte, tenendo comunque vive le proprie radici lombarde.
Lettore appassionato e puntuale si occupa prevalentemente di narrativa italiana contemporanea.