Protagonisti di questo nostro quinto episodio sono i notai. LArchivio storico conserva un fondo molto particolare che, di solito, è usuale trovare presso gli Archivi di Stato, come ci spiega il dott. Filippo Catenese. Si tratta di 9 faldoni che contengono i registri redatti da tre notai, attivi nella metà del XV secolo a Pavia: Giacomaccio de Sedaciis, Martino Salimbene, Giacomo de Terno. Filippo Catanese ci spiega cosa siano le imbreviature, come venivano utilizzate dai notai e quali sono le informazioni che si possono rintracciare. Siamo a Pavia, nel 1434, il notaio Giacomaccio de Sedaciis sta redigendo un contratto di locazione di una casa, nella parrocchia di Santa Maria Venetica, tra Battista e Aberlino ebreo. Ecco che, ancora una volta, i documenti, se sapientemente interrogati, rispondono: dove, quando, chi fa cosa. Il perché, a volte, anzi spessissimo, è possibile scoprirlo, se e solo, mettete insieme tutti i pezzi del puzzle
Filippo Catanese, laureato in scienze archivistiche presso l'Università degli studi di Pavia con una tesi sulle imbreviature dei notai pavesi Giovanni e Antonio Oleari del 1388 (relatori proff. Ezio Barbieri e Giuseppe Polimeni). Ha collaborato a progetti di ricerca con le Università di Trento, Perugia e Piemonte orientale. Attualmente è dottorando di ricerca presso l'Università degli studi Gabriele d'Annunzio di Chieti con una borsa di studio finanziata dall'Istituto Storico Italiano per il Medioevo (ISIME) con una tesi di edizione e studio dei documenti del monastero di san Pietro Avellana (secc. XI-XIV), conservati presso l'archivio dell'abbazia di Montecassino.
Scopri gli altri documenti presentati nella rubrica
Per approfondimenti sui fondi conservati dall'Archivio storico civico vi suggeriamo di consultare la sezione Patrimonio del nostro sito istituzionale e il portale Archivio storico civico inventari. Per approfondimenti bibliografici in merito ai temi trattati vi suggeriamo la consultazione del Catalogo Unico Pavese.
Seguiteci sulla nostra pagina Facebook e sul nostro canale YouTube.
I documenti presentati attraverso la rubrica L'Archivio storico racconta, così come tutti i fondi del nostro patrimonio, sono liberamente consultabili presso la sede di Piazza Petrarca 2 nei giorni e orari di apertura al pubblico.