Sandro Veronesi, Settembre nero, La nave di Teseo, 2024.
Sandro Veronesi ha più volte dichiarato durante le recenti presentazioni che Settembre nero è un romanzo storico. Potrebbe creare false aspettative, ma per chi conosca Veronesi, due volte Premio Strega, prima nel 2006 con Caos calmo, poi nel 2020 con Colibrì, è evidente quanto non vada preso alla lettera: Settembre nero è un romanzo intimista e potente che aggancia il lettore senza respiro, ambientato in un anno particolare il 1972, più di cinquantanni fa, e solo in questo senso può essere definito storico.
Il titolo allude alla banda terroristica palestinese che insanguinò le Olimpiadi di quellanno svolte nella Germania Ovest. Il protagonista del romanzo è un ragazzino a cavallo fra infanzia e adolescenza, Gigio Bellandi, figlio di un avvocato toscano e di unavvenente irlandese, che vive a Vinci, nelle campagne fiorentine e passa i mesi destate a Fiumetto sul mar Tirreno con la madre e la sorellina. Il ragazzo ama appassionatamente lo sport ed è in trepida attesa delle Olimpiadi. Questo è lo sfondo degli eventi a cui aggiungere che il padre è professionalmente impegnato negli strascichi di un processo divenuto al tempo di rilievo nazionale quello delluccisione di Ermanno Lavorini nel 1969; dettagli che servono a contestualizzare la vicenda e a situarla in quei tempi. Lestate del Settantadue spaccherà la vita del ragazzo in un prima e in dopo inconciliabili per una inimmaginabile faccenda che al lettore, naturalmente, non può essere spoilerata e nemmeno allusa per non danneggiare il piacere della lettura perché il romanzo spinge incessantemente incontro al buco nero che divorerà la precedente esistenza di Gigio Bellandi. Sta tutto nellabilità compositiva di Veronesi il tenerci agganciati alle sue pagine quasi fosse un noir, senza che lo sia: lunica cosa rivelabile è che le colpe degli adulti, come sempre, ricadono violentemente sui figli. Il ragazzino vive in quellanno i migliori giorni della sua esistenza, spinto alla crescita dallamicizia con Astel, la figlia dei vicini di ombrellone, tredicenne, sveglia, piena di interessi e bellissima quanto la madre, unetiope, moglie di un industriale del marmo. Gigio Bellandi si chiede come possa la ragazzina più bella della spiaggia metter gli occhi su di lui che è ancora mezzo bambino e non sui giovani già fatti. Semplice: perché avendo la madre irlandese è bilingue e lei, di ritorno da una vacanza studio a Londra è felice di aver trovato un amico che laiuti a migliorare linglese e a tradurre i testi degli amati gruppi angloamericani del tempo. Il ragazzo esplora la possibilità di sentirsi grande con Astel, scoprendo musiche che non conosceva; offre le sue abilità linguistiche per tradurre i testi, incontra per la prima volta la bellezza femminile e lebrezza dei primi baci ballando un lento. In poche settimane questi eventi lo fanno fortunatamente crescere in sicurezza e autostima, proprio in tempo prima che lo tsunami si abbatta sulla sua famiglia.
Dalla fonte di Astel riuscirà a trarre la forza necessaria a resistere, anche se sarà destinato a perderne definitivamente le tracce e questo lo sappiamo in quanto la voce narrante è quella del Bellandi ormai sessantenne che ricorda quellanno formidabile e tremendo per la sua esistenza. Sicuramente emblematiche sono le figure del padre e della madre, ma anche lo zio Giotti e Gilda la sorellina più piccola del protagonista destinata a divenire in seguito ancora di salvezza a cui agganciare unesistenza di colpo alla deriva.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Luigi Dell'Orbo, nato nel 1962 in provincia di Pavia, vive da decenni in Piemonte, tenendo comunque vive le proprie radici lombarde.
Lettore appassionato e puntuale si occupa prevalentemente di narrativa italiana contemporanea.