Milani entra nella Treccani


Null'altro si può, per ora dire, se non "W il grande MIno".

Così ci eravamo lasciati una mattina, noi, ammiratori del grande narratore, dopo aver scambiato quattro chiacchiere alla libreria Delfino.

Arrivato a casa , dopo il rituale di sistemazione e preparazione cena per Sibillina, la mia gatta, ero sul punto di tentare di mettere qualcosa sul fuoco (sono un pessimo cuoco), ma mi arrivò la telefonata da un caro amico: "Dai un'occhiata alla Treccani; voce Mino Milani e Angelo Grilli..."

"Cioè?" Risposi incuriosito.

"Guarda; poi mi dici..."

Mi gettai a capofitto sui volumi iniziando a scartabellare voracemente. 

"Chissà cosa hanno scritto di bello?..."

Invece... niente. Sembrava grottesco e assurdo che artisti di tale livello non fossero presenti nell'enciclopedia più importante. Ma così era.

"Non è possibile... Non può essere. Agh suma no!" 

Chiamai immediatamente le nipoti, Marcella e Maria Piera e il nipote Carlo.

"Purtroppo è così, Walter. Lo sapevamo." Risposero. 

"Ma non va bene. Bisogna fare qualcosa; bisogna... è... è... non so neppure trovare un termine adatto...  Inimmaginabile... Inconcepibile."

"Hai ragione, ma cosa possiamo fare?" 

"Non si può accettare una cosa simile. Vedremo come muoverci. E ci muoveremo."

Ma, posata la cornetta, mi prese un senso di sconforto. Che potevo fare io? Cosa potevamo fare, noi, per raggiungere il 'gigante' Treccani?

Iniziammo il giro di telefonate mail, messaggi, messaggi whatsapp; in questa rocambolesca e affannosa ricerca di un tramite arrivammo anche in Sicilia, Roma, Firenze. Ma pareva che nessuno fosse in grado di aiutarci. Poi, per caso, un'amica ci disse che conosceva Marco Brando, che ha contatti diretti e costanti con lo staff dirigente di Treccani; e dal 2020 collabora con il magazine di Treccani.it . 

Ci muovemmo immediatamente e lo contattammo. Ben felice, affermò che conosceva Mino da anni e lo stimava davvero molto.

"Vedrò cosa e come fare, per Mino. Poi vedrò per Angelo. Ma, vi dico già da subito, non sarà facile; anzi, sarà difficilissimo. Ma memento audere semper."

Passarono così i giorni, le settimane. I mesi.

Dopo un'iniziale martellamento decidemmo di non disturbare ulteriormente Marco Brando; in fondo, ci aveva avvertiti della difficoltà; e anche, dell'incredibile, ma probabile impossibilità. E quando ci incontravamo non sfioravamo l'argomento. Le lacrime di quella cocente sconfitta ci avrebbero tatuato l'anima.

Ma come una fiaba a lieto fine, quando ormai le speranze erano sepolte, ci arrivò il messaggio di Brando, che ci ricordava ciò che spesso diceva Mino: "Vittoria!"

E subito seguirono mail e messaggi con foto di quanto riportato nella famosa enciclopedia.

"Milani, Mino (propr. Guglielmo). - Giornalista e scrittore italiano. Ha esordito nella narrativa per ragazzi... Grazie ad una scrittura limpida e alla costruzione di intrecci che ridimensionano le versioni edulcorate proprie del genere additando fragilità e sconfitte umane, Milani ha introdotto generazioni di adolescenti... accostato a Salgari per la vastità della produzione..."

Ciao, grande Mino!

E grazie, Marco.

Walter Vai

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