Marta Cai, Centomilioni, Einaudi 2023.
Marta Cai, piemontese, classe 1980, esordisce presso Einaudi con il romanzo breve, Centomilioni, che non passa inosservato per la densità della lingua, feroce, aspra, talvolta umoristica. La narrazione ci restituisce uno spaccato di provincia del nord, non ben definita; una famigliola in cui domina una madre dispotica e ricattatoria, un padre anziano, perso (o nascosto) nell Alzheimer, una figlia, la protagonista e voce narrante, Teresa, che si autodefinisce una zitella di mezzetà. La donna vive insegnando inglese nella scuola privata gestita da una cugina. In una delle classi che Teresa segue compare per pochi mesi un ragazzo di una ventina danni, Alessandro, bellissimo, biondo come un angelo e strafottente come pochi. La zitellona, che in sua vita non ha mai sfiorato un uomo, se ne innamora pazzamente e lallievo capisce che potrebbe facilmente averla in pugno qui però occorre fermarsi nel raccontare la trama e invitare piuttosto chi ne abbia voglia a godersi questo romanzo che si rifà, probabilmente, a fatti di cronaca, ma li trascende con forza e ci regala pagine di autentica letteratura.
Luca Ricci, I primaverili, La Nave di Teseo, 2023.
Luca Ricci, nato nel 1974, Premio Chiara nel 2006, dopo notevoli raccolte di racconti, genere inviso alleditoria, approda ad una tetralogia di romanzi per le edizioni di Elisabetta Sgarbi che inizia nel 2018 con Gli autunnali, prosegue nel 2020 con Gli estivi, due anni fa con Gli invernali e si conclude nella primavera in corso con il romanzo, appunto, I primaverili.
Indubbiamente è tra le migliori voci della sua generazione e i quattro romanzi andrebbero letti uno dopo laltro. Le stagioni sono un pretesto per mettere in scena personaggi e storie che non si somigliano, ma hanno denominatori comuni. Il protagonista dei Primaverili è uno scrittore che dopo lesordio cerca invano la chiave per sviluppare il suo secondo romanzo in una Roma illusa dalla rinascita stagionale. Trova in una matura libraia un nuovo stimolo di vita, ma tutto si consuma alla fine in una frustrazione totale e senza appello: la primavera è trascorsa, ora possiamo farci deludere da tutto. Queste le ultime parole del romanzo. Il narratore non ha nemmeno trovato una poltrona adatta al suo studio, sebbene abbia speso parecchio, menato per il naso da un abile venditore. Di sfondo alla storia, che non è affatto fiacca come potrebbe sembrare, cè la Roma cultural mondana dei giornali, delle terrazze, del cinema, dei premi, della volgarità del mondo editoriale, che più perde dimportanza a favore di altri linguaggi, più diventa un Far West per bande che si affrontano sino allultimo respiro per conquistare il niente. Una scrittura, acuta, brillante e amara che conduce sino alla fine, lasciando il lettore senza fiato.
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Luigi Dell'Orbo, nato nel 1962 in provincia di Pavia, vive da decenni in Piemonte, tenendo comunque vive le proprie radici lombarde.
Lettore appassionato e puntuale si occupa prevalentemente di narrativa italiana contemporanea.